Azioni Paesi Emergenti: non si tratta di una ‘crisi’ ma di una correzione
Azioni Paesi Emergenti: non si tratta di una ‘crisi’ ma di una correzione
Se da un lato la risalita dei tassi americani continua a peggiorare le condizioni di liquidità e quindi ad essere il principale fattore di fragilità nel breve termine, dall’altro lato va detto che nei dati economici, dopo una fase di peggioramento generalizzato, si aspettano segnali di stabilizzazione e ripresa per il 2014, specialmente in Cina ed Est Europa; un ulteriore contributo dovrebbe arrivare dal rafforzamento della crescita nelle economie sviluppate.
Riteniamo, pertanto, che quella a cui si sta assistendo non rappresenti una crisi vera e propria come quella degli anni ’90 ma una correzione, in quanto la maggior parte dei paesi emergenti risulta in grado di tenere il debito pubblico sotto controllo e presenta fondamentali solidi, surplus commerciali e ancora buone prospettive di crescita.
Del resto, secondo le stime di JP Morgan, la crescita sarà in media di poco superiore al 4% nel 2013 per salire a poco sotto il 5% nel 2014, contro rispettivamente l’1% e l’1,9% dei paesi Sviluppati. In conclusione il giudizio è neutrale.
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